Il papà della fiaba popolare ci dona tre racconti senza tempo. Tre testi selezionati da Lo cunto de li cunti, opera definita da Benedetto Croce come "il più antico, il più ricco e il più artistico fra tutti i libri di fiabe popolari". Fatevi accompagnare dall’immortale Giambattista Basile in un mondo fatto di re e regine, sortilegi e magie. Faccia di capra, il racconto che dà il titolo a questa raccolta, è la fiaba che si fa perfezione stilistica e narrativa. La figlia di un contadino per dono di una fata diventa moglie di un re, ma a causa della sua ingratitudine subisce un maleficio, le viene data una faccia di capra, e solo con impegno e fervore potrà recuperare la sua originaria beltà.
Il papà della fiaba popolare ci dona tre racconti senza tempo. Tre testi selezionati da Lo cunto de li cunti, opera definita da Benedetto Croce come "il più antico, il più ricco e il più artistico fra tutti i libri di fiabe popolari". Fatevi accompagnare dall’immortale Giambattista Basile in un mondo fatto di re e regine, sortilegi e magie. Faccia di capra, il racconto che dà il titolo a questa raccolta, è la fiaba che si fa perfezione stilistica e narrativa. La figlia di un contadino per dono di una fata diventa moglie di un re, ma a causa della sua ingratitudine subisce un maleficio, le viene data una faccia di capra, e solo con impegno e fervore potrà recuperare la sua originaria beltà.
Giambattista Basile nacque a Giugliano in Campania nel 1566 e fu uno scrittore fortemente legato alla cultura napoletana, che nel Seicento godeva di grande prestigio. Si arruolò come soldato a Venezia, dove prese servizio sulla nave capitanata dal Doge della città laugunare, Giovanni Bembo. Terminati i doveri militari, rientrò nella sua città natale e fu ospite di sua sorella Adriana, famosa cantante lirica. Fu proprio grazie a lei che fu introdotto alla corte dei Gonzaga, a Mantova. È stato il primo scrittore italiano a cimentarsi nelle fiabe e, da letterato raffinato quale era, seppe esprimere la sua arte sia in poesia che in prosa. Il suo capolavoro è il Cunto de li cunti, scritto in napoletano, e per questo poco accessibile alla massa. Paradossalmente, per le molteplici traduzioni, è stato molto apprezzato all’estero, specialmente in Germania e in Gran Bretagna.La sua opera maestra fu tradotta solo nel 1925 dal filosofo Benedetto Croce.
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Faccia di capra
Il papà della fiaba popolare ci dona tre racconti senza tempo. Tre testi selezionati da Lo cunto de li cunti, opera definita da Benedetto Croce come "il più antico, il più ricco e il più artistico fra tutti i libri di fiabe popolari". Fatevi accompagnare dall’immortale Giambattista Basile in un mondo fatto di re e regine, sortilegi e magie. Faccia di capra, il racconto che dà il titolo a questa raccolta, è la fiaba che si fa perfezione stilistica e narrativa. La figlia di un contadino per dono di una fata diventa moglie di un re, ma a causa della sua ingratitudine subisce un maleficio, le viene data una faccia di capra, e solo con impegno e fervore potrà recuperare la sua originaria beltà.