Mané Garrincha fu un eroe tragico, un'ala destra dalle gambe storte e dalla finta imprevedibile e impossibile. Nato con la poliomielite, conquistò il mondo con il suo calcio consumato, da bambino, in campi di polvere, disperazione e speranza. Nel tempo di Pelé, il campione universale, Mané rappresentò un simbolo di riscatto per i senza terra, gli umili, gli invisibili e gli emarginati. La sua fu una vita sempre sospesa tra sogno e smarrimento. Una vita che conquistò scrittori, poeti e musicisti perché "I dittatori passano. Passeranno sempre. Ma un gol di Garrincha è un momento eterno. Non lo dimentica nessuno". Darwin Pastorin, scrittore italo-brasiliano, ci racconta il suo Mané, tra sogno, epica e fantasia.