Fulmine oltre il ponte

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Puoi chiamarci banditi ma ti tratteremo come un prigioniero di guerra, perché combattimento per liberare la nostra patria da voi, da crucchi e, che ti piaccio o meno, nessuno che non abbia l'autorità datagli da un tribunale ti torcerà un capello. Voi che avete venduto il nostro paese ai nazisti sapete cosa significa?

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5 settembre '43. Ciro ha vent’anni, è in guerra. Il suo plotone riceve l’ordine insensato di far saltare in aria un convoglio di munizioni, appena consegnato in una polveriera vicino al Brennero. Dopo averlo eseguito, i comandi dell’esercito sembrano disciogliersi come neve al sole, e si trova senza ordini, ignaro di ciò che sta accadendo, sbandato. Inizia l'odissea di un soldato senza esercito. Dopo un lungo e rocambolesco viaggio riesce a tornare a casa, in un paesino in provincia della Spezia ma, nonostante l'armistizio, la guerra non è per nulla terminata. I tedeschi sono ovunque, i fascisti si riorganizzano. Ritrova i suoi amici d’infanzia e, con l’aiuto di un ex ufficiale dell'esercito e del prete del paese, trafugano le armi abbandonate da un reparto di alpini, nascondendole tra i boschi. Iniziano ad organizzarsi, clandestinamente, tra pericoli e difficoltà. Sabotaggi, travestimenti, rastrellamenti, combattimenti, agguati e guasconate si intrecciano nelle sue storie, i cui protagonisti sono ingranaggi della Storia, che con il suo incedere stritola uomini e donne, ma che senza quegli ingranaggi non sarebbe Storia.
Tedeschi e fascisti li chiamano banditi, loro giurano di essere patrioti ribelli, e Ciro diventa il partigiano Fulmine.

Le sue vicende sono i racconti di un nonno che ha vissuto in prima persona la lotta partigiana, tra i boschi e le valli ai margini della Linea Gotica, ascoltati sulle sue ginocchia e ripetuti fino alla memoria, davanti al focolare. Storie in cui si racconta del popolo e non dei re, dei soldati e non dei generali, dove i fatti realmente accaduti si fondono con il romanzo delle emozioni evocate, tra paesaggi e sentimenti, cadenzata dai versi di Italo Calvino: “Non è detto che fossimo santi, l'eroismo non è sovrumano. Corri, abbassati, dai balza avanti! ogni passo che fai non è vano”. Dallo sbandamento alla lotta armata fino alla Liberazione, passando per i dolorosi eventi che segnano irrimediabilmente la vita dei protagonisti. La storia di Fulmine è curata da una ricerca storiografica ed archivistica che approfondisce le preziose testimonianze di un’esperienza vissuta con un briciolo di inconsapevolezza ma con la coscienza di essere dalla parte giusta, vivendo eventi che hanno coinvolto non solo chi combatteva la Resistenza, ma tutti coloro i quali hanno scelto dove stare vivendo fino in fondo quella scelta.



William Domenichini, nato alla Spezia nel 1978, è dipendente di azienda. Da anni coltiva la passione per la scrittura, coordinando la redazione della rivista Informazione Sostenibile, contribuendo anche ad altre appzine come L’Indro, Manifesti(amo) e DemocraziaKm0. Coautore del libro/dossier sugli abbandoni delle aree militari “Riconversioni urbane” (!Rebeldia Edizioni), è impegnato da anni nell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, con cui ha sviluppato progetti storico-culturali con le scuole sulla memoria storica della Resistenza spezzina. Autore del Calendario della sezione ANPI di Follo, celebrativo del 70° anniversario della Liberazione, nel 2016 contribuisce con l'Associazione Storico Culturale Stella Tricolore, alla realizzazione de “La battaglia dei Casoni”, un docufilm che racconta la resistenza che opposero i partigiani della Brigata Val di Vara al rastrellamento nazifascista del 3 agosto 1944.

9788897883869
69 Articoli

Scheda tecnica

Autore
William Domenichini
Dimensioni
14x21
Anno
2018
Pagine
356
ISBN
9788897883869
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