Yolande è un’infermiera, una donna emancipata. Yolande è sulla lista nera degli Hutu. Scappa nella foresta con tre bambini e suo marito. Ogni notte, con i machete, migliaia di Tutsi vengono massacrati in quello che passerà alla storia come il genocidio del Rwanda. Ma lei sopravvive, perché la morta non l’ha voluta.
6 aprile 1994. L’aereo del presidente dittatore Habyarimana viene abbattuto. Inizia il genocidio del Rwanda. In soli cento giorni vengono massacrati oltre un milione di Tutsi. Dalla radio giungono le seguenti parole: seviziare e uccidere gli scarafaggi. In una sola notte ammazzano ottomila persone, 333 all’ora, cinque al minuto. Senza bombe e fucili, ma a colpi di machete.
La morte non mi ha voluta accende la telecamera nel luogo in cui nessuno avrebbe mai voluto essere. Un’autobiografia dalle fosse comuni. Yolande Mukagasana sopravvive ai figli e al marito. È condannata a vivere, condannata a raccontarci la verità.
#RWANDA #GENOCIDIO #TESTIMONIANZA #VERITÀ
Yolande Mukagasana è sopravvissuta al genocidio Tutsi del 1994, e da allora è una testimone vivente. Ha vinto numerosi premi, fra cui il Premio Alexander Langer e il Premio donna del XXI secolo per la resistenza. Nel 2010 è stata candidata al Premio Nobel per la Pace
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La morte non mi ha voluta
Yolande è un’infermiera, una donna emancipata. Yolande è sulla lista nera degli Hutu. Scappa nella foresta con tre bambini e suo marito. Ogni notte, con i machete, migliaia di Tutsi vengono massacrati in quello che passerà alla storia come il genocidio del Rwanda. Ma lei sopravvive, perché la morta non l’ha voluta.